Meglio un impianto ad osmosi inversa o una caraffa filtrante?

Gli impianti ad osmosi inversa sono i modelli più richiesti sul mercato negli ultimi tempi, in quanto, secondo autorevoli studi e ricerche, sono in grado di sbaragliare la concorrenza delle caraffe filtranti. Premesso che anche queste ultime sono un ottimo modo per purificare l’acqua da ingerire quotidianamente, bisogna però specificare come gli impianti ad osmosi inversa siano la soluzione più efficace e più pratica per diminuire la quantità di sostanze presenti nell’acqua, soprattutto quelle che appaiono maggiormente nocive per l’organismo, come batteri, metalli pesanti e parassiti.

Da ultimo, le ricerche hanno dimostrato come un problema frequente nelle nostre acque potabili sia la presenza di micro-plastiche, invisibili ad occhio nudo ma estremamente dannose per la nostra salute. L’osmosi inversa è un processo che garantisce una purificazione anche in questa direzione.

Osmosi inversa e microfiltrazione sono, senza ombra di dubbio, i due sistemi più utilizzati in ambito domestico e lavorativo per depurare l’acqua potabile. La loro funzione è cercare di eliminare il più possibile sostanze sospese o disciolte nell’acqua che possano comprometterne il sapore e gli effetti benefici.

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Come funziona la caraffa filtrante

La caraffa filtrante rappresenta una forma di microfiltrazione, molto efficace e al tempo stesso pratica anche da praticare in ambito domestico. Si tratta, in altre parole, del metodo più semplice di filtrazione e trattamento dell’acqua. Come suggerisce il nome stesso, la microfiltrazione sfrutta uno o più filtri per rimuovere dal liquido le impurità che necessariamente contiene. Generalmente, un meccanismo di questo tipo si compone di due elementi filtranti: il primo si occupa di trattenere i sedimenti di dimensioni più grosse, alcuni dei quali visibili anche a occhio nudo, grazie a fori e maglie con larghezza di circa 10 micron.

Il secondo ha, invece, la capacità di filtrare molecole anche più piccole, di dimensione compresa tra 0,2 e 0,5 micron. Nello specifico, tale sistema sfrutta l’azione dei carboni attivi per intrappolare il cloro e i suoi sottoprodotti responsabili del cattivo sapore e degli effetti maggiormente nocivi, come batteri e altre scorie, come le micro-plastiche o i metalli pesanti.
Molto spesso il sistema è appositamente integrato da una lampada UV, pensata e studiata per abbassare l’eventuale carica batterica che si sviluppa per la mancanza di cloro nell’acqua.

Come funziona un impianto ad osmosi inversa

Dopo aver passato in rassegna i benefici di un trattamento dell’acqua ad osmosi inversa, cerchiamo di comprendere come funzioni il relativo impianto, per mettere in luce il perché sia preferito alla stessa caraffa filtrante. Un impianto a osmosi inversa, in termini semplici, è in grado di separare l’acqua dalle sostanze in essa disciolte, grazie ad un processo del tutto naturale, chiamato “osmosi”.

L’acqua, in altre parole, viene opportunamente pre-filtrata per eliminare il cloro e i residui più grossolani e successivamente, per effetto della pressione, passa attraverso una sottile e porosa membrana osmotica, con fori così piccoli (dalle dimensioni di circa 1 milionesimo di millimetro) da trattenere l’altra parte di piccole sostanze presenti nell’acqua, compresi metalli pesanti e sali minerali.

L’osmosi inversa, pertanto, può essere definito come un sistema di filtraggio che agisce alla pari di un separatore molecolare.
L’impianto è più complesso rispetto ad una comune caraffa filtrante, in quanto è dotato di una pompa di pressurizzazione, pre-filtri in ingresso e uscita e, in base alle esigenze, anche di un sistema di rimineralizzazione e di un serbatoio di accumulo. Come detto, la maggior parte degli impianti presenti in commercio è dotato di apposita leva di regolazione, che permette di scegliere il raggio dei micro-fori della membrana filtrante.

Altre differenze pratiche tra caraffa filtrante e impianto ad osmosi inversa

Delineato il meccanismo di funzionamento dell’uno o dell’altro impianto, passiamo adesso in rassegna alcune differenze pratiche tra la caraffa filtrante e un impianto di depurazione ad osmosi inversa. Una caraffa filtrante richiede un manutenzione decisamente più veloce e agile, ovvero la sola sostituzione periodica del filtro. In un impianto a osmosi inversa, invece, si dovranno seguire le specifiche del costruttore e richiedere l’intervento del centro assistenza per una corretta manutenzione periodica. Quest’ultimo, infatti, è un meccanismo decisamente più complesso, che non può essere sostituito o controllato da una persona inesperta.

In più, la caraffa filtrante è un prodotto molto più economico: in commercio ci sono molti modelli ad un prezzo che si aggira tra i 20 e i 40 euro, che possono essere facilmente sostituiti in caso di rottura o cattivo funzionamento. In ogni caso, con una piccola spesa puoi avere un apparecchio per depurare l’acqua ad un ottimo rapporto qualità-prezzo. Non è detto, infatti, che la caraffa filtrante sia necessariamente meno duratura di un altro impianto di trattamento dell’acqua.

L’industria nel settore si è evoluta, soprattutto negli ultimi vent’anni, e ha immesso sul mercato prodotti sempre più efficaci ad un prezzo decisamente conveniente. Peraltro, la confezione generalmente comprende anche una serie di filtri, per cui almeno nel primo periodo potrai decisamente risparmiare.

Un sistema di trattamento dell’acqua ad osmosi inversa, invece, richiede un certo investimento, che varia a seconda della complessità, delle caratteristiche tecniche e delle funzioni dell’impianto. Si tenga conto che la spesa iniziale per l’acquisto dellì’impinato si aggira tra i 200 e i 350 euro euro. In aggiunta, si devono calcolare gli eventuali costi per l’installazione da parte di un idraulico e quelli di periodica manutenzione.

Conclusioni: cosa scegliere?

L’osmosi inversa è in assoluto la soluzione più efficace in grado di abbattere la quasi totalità di sostanze disciolte e offrire un’acqua con basso residuo fisso. È il metodo, del resto, più indicato se hai necessità di bere acqua molto leggera, come prescritto dalle circolari ministeriali e dai maggiori esperti nel settore.

La caraffa filtrante è un sistema sicuramente meno costoso che ti consente, comunque, buoni risultati e capace di migliorare in maniera evidente il sapore dell’acqua, eliminando il cloro e altre particelle nocive in eccesso. Al contempo, però, non permette una purificazione dell’acqua così profonda. Essa, infatti, non è in grado di agire le particelle di grandezza più infinitesimale.

Alla fine la scelta dipende dalle singole esigenze, da eventuali particolari condizioni di salute e dal budget a disposizione, nonché dalla composizione del nucleo familiare e dai consumi. Considera che installando impianti ad osmosi inversa più prestazionali avrai un’acqua depurata con nulla da invidiare a quella acquistata in bottiglia al supermercato, con un risparmio settimanale decisamente consistente, soprattutto se la famiglia è numerosa e consuma più di quattro litri di acqua al giorno.

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